frasi varie - Valenza Jazz

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NASCOSTO1


Charlie Parker (e il rhythm & blues)

Si racconta che Charlie Parker, una sera entrò in un locale di New York, dove si suonava musica Rhythm & Blues, e quando i musicisti della band andarono in pausa, lui prese il Sax di uno dei sassofonisti lasciato incustodito sul palco, uscì fuori dal locale e si mise a suonare fraseggiando impetuosamente.
Alcuni lo videro, ed uscirono di corsa pensando che Charlie avesse rubato il sax...
Quando gli chiesero spiegazioni, lui rispose: "Volevo solo vedere se suonavano tutte le note di questo sax, perchè finora ne ho sentite soltanto un paio".
               
Charlie Parker (Bird)
Vi sono molte teorie sul perché il grande Charlie era soprannominato "Bird".
Alcuni lo attribuiscono alla sua passione per le ali di pollo fritte...
Altri al fatto che un giorno, girando con la macchina in campagna, investì un pollo (Bird o Yardbird uccello da cortile). si fermò raccolse l'animale, e lo fece cucinare dal cuoco dell'albergo. E con grandi cerimonie ne offrì a tutti coloro che erano a cena con lui quella sera...
A qualcuno piace pensare che fosse perché prima di ogni esibizione, diceva a chi stava accanto a lui: "ora si comincia a volare " ...
A New York City gli dedicarono  un locale di Jazz sulla 52a strada. Il famoso "Birdland" appunto...

Al McKibbon

Art Blakey era solito raccontare l’aneddoto di Al Mc Kibbon che, alla richiesta di spiegazione di un accordo, si sentì rispondere da Monk: "Abbiamo suonato quel pezzo ogni sera per tutto il tour e tu non sai se è giusto? Quindi hai sempre suonato l’accordo sbagliato? Bene, vai avanti così e suonalo sul disco che stiamo incidendo, così i tuoi nipoti potranno ascoltarlo e sapere quanto sei stupido”. Inutile dire che Monk non rivelò mai a Mc Kibbon l’accordo giusto.

Charlie Parker (e la droga)

Bird morì a New York il 12 marzo del 1955 all'età di 35 anni, a casa ella baronessa Nica de' Koenigswarter
dopo avere chiesto un bichier d'acqua...
L'amica trovandolo morto sul divano, chiamò immediatamente i soccorsi.
Il primo ad arrivare fù un poliziotto di quartiere, che nel sollecitare l'ambulanza disse per telefono:" Si tratta di un uomo di circa 60 anni..."
La vita sregolata, e in special modo l'uso spropositato di alcool e droghe lo avevano ridotto a tal punto, da dimostrare circa 30anni di più...
Aveva 9 ulcere allo stomaco, e la cirrosi... Conviveva da tempo con dolori insopportabili, e nonostante ciò aveva suonato fino alla sera prima...
Charlie si faceva dosi di eroina che avrebbero ucciso un'elefante in pochi minuti...
Alcuni musicisti, convinti che drogandosi come lui, avrebbere suonate anche come lui, morirono di over dose...

Louis Armstrong (e Pippo Baudo)
In un'edizione degli anni sessanta del festival di Sanremo, una degli ospiti d'oltreoceano, era Louis Armstrong...
Quell'edizione era condotta da Pippo Baudo...
Quando Louis salì sul palcoscenico, si esibì al solito modo dei Jazzisti, ovvero pensando di avere tutto il tempo di improvvisare un'assolo dopo avere cantato il tema principale della canzone, ma ciò era impossibile visti i tempi televisivi da rispettare...
Fu così che Pippo Baudo si trovò costretto ad interrompere l'esibizione bruscamente, destando in Louis Armtrong una sorpresa incomprensibile...
Insomma Baudo è stato l'unico nella storia ad interrompere Armstrong durante un esibizione...

Poco tempo dopo la morte di Parker, Lennie Tristano incise un assolo di pianoforte intitolato Requiem come tributo alla scomparsa di Parker.
Profondamente toccato dalla morte di Charlie Parker, il musicista di strada Moondog scrisse la celebre Bird’s Lament in sua memoria. Moondog affermò di aver incontrato Charlie Parker per strada a New York e che loro due avevano anche programmato di fare una Jam session insieme.
Il sassofonista Phil Woods registrò un concerto tributo a Parker.
Charles Mingus incluse nel suo celebre album Mingus Ah Um la composizione Bird Calls, apparentemente dedicata a Parker. Mingus però, a sorpresa affermò in seguito che il brano non era un riferimento alla leggenda del bebop Charlie “Bird” Parker: «Non era stata intesa per suonare come qualcosa di Charlie Parker. Doveva piuttosto assomigliare al cinguettio degli uccelli – almeno la prima parte».
Nel suo album Attica Blues del 1972, Archie Sheep incluse una composizione da lui scritta intitolata Invocation To Mr. Parker.

Coleman Hawkins

Coleman Hawkins era tornato da poco dall'Europa, in cui aveva suonato per alcuni anni con diversi gruppi sia in Francia che in inghilterra. In America, nel frattempo, il posto lasciato vacante da Hawkins era stato preso da Ben Webster, Chu Berry, Dick Wilson e Lester Young, anche se ancora incompreso. L'unica a credere in lui era Billie Holiday e alla rilbalta arrivavano pure Don Byas, Illinois Jacquet e Buddy Tate. Molti di questi musicisti si ritrovavano, dopo aver suonato altrove, in un locale aperto ad Harlem tra la 134a Strada e St. Nicholas Avenue e si sfogavano in  lunghe jam sessions. Rex Stewart ci ha lasciato una colorita descrizione di ciò che accadde in quel locale, quando Bean (era il soprannome di Hawkins) ricomparve a New York. La notizia del suo rientro in patria si sparse in un baleno quando cominciò a frequentare il locale, elegantissimo e senza sassofono. Tutti si aspettavano che partecipasse ai concerti, ma Hawkins se ne stava tranquillo a sorseggiare qualcosa  con un sorrisetto di superiorità e la tensione tra i musicisti si faceva palpabile. Una sera comparve più tardi del solito, verso le tre di notte intanto che Billie Holiday, accompagnata da Lester Young, stava cantando. Bean tirò fuori il sax e si unì agli altri tra la sorpresa di tutti. Terminato il brano Billie Holiday annunciò al pubblico che aveva avuto il piacere di essere accompagnata dal più grande sassofonista del mondo: Lester Young.
Seguì un silenzio impressionante, ma Hawkins non si scompose e chiese al pianista di suonare qualcosa. Tempo velocissimo, quasi impossibile e dopo quella valanga di note si avvicinò al bar per bere, aspettando le reazioni degli altri musicisti a quella serie di virtuosismi, ma nessuno si mosse. Allora Coleman attaccò di nuovo improvvisando su una ballad con fraseggi vari a dimostrazione di come un tema poteva essere abbellito e terminando con una incredibile cadenza che strappò un applauso fragoroso.
Dick Wilson, uno de sassofonisti presenti, mormorò ad un collega: "Bene, eccoci serviti. Coleman è ancora il capo. Se ti vuoi misurare con lui ti conviene saper bene quello che fai, altrimenti è meglio che  ti rivolga altrove".

T. Monk...


Al suo batterista Ben Riley: "Prima impara il brano e poi suonalo in maniera sbagliata".

Ascoltando un disco di Ornette Coleman: "Cosa ha inventato di nuovo questo tizio?"

A chi chiedeva chi gli ha insegnato a suonare: "Io, naturalmente".

A chi gli chiedeva se poteva far ascoltare i suoi strani accordi, lui rispondeva: "Strani accordi? I mie accordi sono tutti giusti".

A delle fans che gli dicevano: "Thelonious, noi ti amiamo"; lui senza scomporsi rispondeva: "Voi non amate me, amate la mia musica".

"Tutti i tempi sono giusti".

Charlie Rouse una volta doveva suonare un pezzo al sax tenore e disse: "Thelonious, così mi fai andare fuori estensione". E lui: "Sul tuo sassofono la nota c'è, puoi suonarla".

Una volta John Coltrane e Coleman Hawkins discutevano su come dovevano suonare un brano e lui: "Tu sei il famoso John Coltrane, giusto?" "Tu sei (rivolto a Coleman Hawkins) l'inventore del sax tenore? La musica sta nei vostri strumenti".

Anche i titoli dei brani di Monk sono originali. Si racconta che il titolo del brano Let's Call This (Chiamiamolo) sia nato perché Monk non sapeva come chiamarlo (Let's call, this....)
Ma il brano che ha il titolo più originale è sicuramente Ugly Beauty (Brutta bella), l'unico brano in 3/4 da lui composto e pubblicato per la prima volta nel 1968 nell'album Underground.

 
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